Voci fuori da coro

INFERNO MEDIO ORIENTE – Crisi senza fine 

E' un conto alla rovescia che non segue la logica matematica. "La risposta sarà significativa" e "sarà un passo verso la vittoria" ha detto il numero due di Hezbollah, Naim Qasem.

Sky News ha riportato alcune fonti di intelligence secondo le quali c'è una possibilità che l'Iran e Hezbollah scelgano "il giorno più triste del calendario ebraico il Tisha B'Av" l'anniversario della distruzione del tempio, tra il 12 e 13 agosto.

La rappresaglia poterebbe consistere in un lancio di missili dalla Siria, dal deserto o dalle aree vicine a Damasco.

GLI USA, secondo le ultime rivelazioni del New York Times, si stanno preparando ad inviare altri aerei da combattimento in Medio Oriente. Il ministro della difesa Yoav Gallant e il segretario della difesa Usa Lloyd Austin ha ribadito "la cooperazione tra i due paesi in materia di difesa di fronte alle minacce poste dall'Iran e dai suoi alleati".

Se ai lanci iraniani si sommeranno quelli dal Libano e dallo Yemen il sistema di difesa aerea si saturerà. I danni potrebbero essere ingenti. E' già pronta la contro risposta: bombardamento degli impianti nucleari iraniani, secondo l'intelligence israeliana Teheran è distante pochi mesi dalla bomba atomica.

Secondo Axios, giovedi il presidente Joe Biden ha usato toni molto duri in una telefonata, presente anche Kamala Harris, con Netanyau, intimandolo a "smetterla di aumentare le tensioni nella regione e muoversi immediatamente verso un accordo su gli ostaggi ed il cessate il fuoco a Gaza.

Anche i servizi di sicurezza hanno invitato il premier a sfruttare questi giorni per sbloccare la situazione. Il capo del Mossad, David Barnea, in un incontro con Netanyau ha affermato che esiste un accordo pronto e che Israele deve accettarlo.

La milizia islamica può contare su un arsenale di 150 mila razzi e oltre 30 mila soldati. A differenza di Hamas, Hezbollah non può accettare l'uccisione dei civili, se ci fossero molti morti il Libano il gruppo rischierebbe di perdere il supporto popolare. Finora questo è stato sufficiente a trattenere Nasrallah.

Qualcosa sta cambiando e in Israele è partita la caccia alle scorte alimentari.

INTERVISTA A DE DOMENICO, CAPO AIUTI ONU

Ci cacciano dalla striscia, oblio su Gaza: 300 giorni di guerra e tutto è distrutto.

Non riesce a dimenticare una scena: un bambino che va in giro con un sacchetto tra le macerie mentre intorno a lui ci sono degli adulti che tra le rovine cercano cadaveri. "Non posso raccogliere i morti nei sacchi pesanti, ma li aiuto raccogliendo dita e orecchie", rispondeva il bambino palestinese a chi chiedeva cosa stesse facendo.

"Come faranno quando diventeranno adulti a dimenticare tutto questo orrore impossibile?"

Andrea De Domenico guida l'Ocha, l'ufficio dell'Onu che coordina gli aiuti della popolazione di Gaza e della Cisgiordania, ma presto abbandonerà Gerusalemme: non gli è stato rinnovato il visto per rimanere e coordinare gli aiuti in entrata nella Striscia sotto attacco.

Chi potrebbe cosstringere Tel Aviv al cambiamento?

Gli stati membri dell'Onu, alcuni più influenti di altri, possono essere incisivi; negli ultimi mesi ci sono condanne politiche, ma mancano le azioni.

Gaza è un cimitero: 9000 bambini e 2400 anziani uccisi. Due milioni di sfollati corrono da un lato all'altro della Striscia tra 49 milioni di tonnellate di macerie, 70 mila case distrutte e 159 strutture a pezzi. Quanto può resistere ancora?

Di Gaza non è rimasto niente e ciò che non è distrutto è danneggiato in maniera irreparabile.

La sistematicità co cui sono statte distrutte e rase al suolo le infrastrutture civili in dieci mesi è scioccante. Icredibile è vedere come il popolo di Gaza resista. Ma non hanno alternative , Gaza è l'unico posto al mondo dove quabdo sei sotto le bombe, non puoi scappare da nessuna parte.

Oltre al fuoco dei bombardamenti, i palestinesi devono fuggire anche dalle emergenze sanitarie: epidemie di poliomielite ed epatite. L'organizzazione mondiale della sanità ha lanciato l'allarme per la diffusione della scabbia.

L'assistenza sanitaria è soffocata sin dall'inizio, siamo lontani anni luce dai volumi di aiuto umanitario necessario per due milioni di persone. Gli ospedali sono stati oggetto sistematicamente degli attacchi dell'operazione militare israeliana; quelli che ancora funzionano parzialmente grazie alla resilienza dei palestinesi, comunque non hanno elettricità, medicinali e strumentazioni o macchinari.

Il conflitto, dopo trecento giorni, sembra allargarsi fino in Libano e in Iran. E la Striscia?

Il rischio è che Gaza venga dimenticata. La deumanizzazione del popolo palestinese ha spersonalizzato gli individui, sono abusati nel loro status di civili.

Ai palestinesi, domani continuerà a mancare tutto, persino l'acqua...

ho incontrato donne che non facevano una doccia da almeno quttro cicli mestruali. Alcune si sono rasate i capelli che non potevano più lavarsi. Ma quando le incontravo, e chiedevo di cosa avessero bisogno, rispondevano: di svegliarsi domani mattina e trovare la mia famiglia ancora viva. Cioè: la pace. Volevano dire: smettetela di tirarci le bombe in testa.